Il candidato “futuro e sindaco” – forse – Bartolomei[i], scrive a Bartoli[ii] (http://quarratanews.blogspot.com/2012/03/bartolomei-bartoli-continuiamo-la.html#more).
Vorrebbe essere, il Bartolomei, un’ammaliatrice sirena, ma pare, invece, uno stridente sibilo di fabbrica (se si vuole di prossimo bombardamento). Sarà Bartoli assieme ai suoi che dovrà decidere se quella sirena sarà l’inizio di una nuova stagione politica o, come io credo, segnerà la fine del tempo , l’uscita dalla “fabbrica” delle buone intenzioni, della sua progettualità politica.
Io non so cosa Bartoli deciderà, né, diversamente da “futuro e sindaco” Bartolomei, mi permetto di indicargli la via. Sono troppo rispettoso infatti dell’altrui libertà e dell’altrui intelligenza per erigermi a suggeritore. Sono certo però che il Professore, a cui si deve riconoscere la quotidiana consuetudine con la “speculazione” filosofica, la dimestichezza con la logica che presiede e regola il diritto, non avrà punta difficoltà a scorgere nell’insidioso richiamo del Bartolomei la pietra tombale del proprio avvenire politico.
Va da sé, infatti, che qualsiasi “nuovo” progetto politico a-partitico (e qui di progetti oltre le solite chiacchiere fumose e inconcludenti non se ne vedono), che si contrapponga in qualche modo ad altri e si proponga di conquistare, come non può esimersi da fare, una parte di consensi –piccola o grande che sia – è di fatto un nuovo Partito. A meno che, camuffato da partito per il bene di tutti, non si intenda realizzare un assieme – accozzaglia – di soggetti che perseguono meri fini di potere, ovvero l’interesse di pochi.
Io, per esperienza, posso dire che i Partiti, anche locali, non si improvvisano. Ovvero possono farsi delle più o meno allegre brigate, possono farsi delle più o meno efficienti (e divertenti) armate Brancaleone, che però, per lo più, partono, ma non arrivano da nessuna parte. Al massimo, nella migliore delle ipotesi, possono durare una stagione.
Ora, il candidato –forse– “futuro e sindaco”, Bartolomei attribuisce a se stesso e al Professor Bartoli le medesime sensibilità, gli stessi “pensieri per le necessità, i bisogni e le aspettative della Città e dei nostri concittadini – che a suo dire, molto enfaticamente e con vieta retorica – rappresentano la stella polare del –loro – agire politico quotidiano”, e continua, con altrettanto scontato fraseggio da navigato filodrammatico, il tentativo di seduzione: “i cittadini sono stanchi del teatrino della vecchia politica, e non credono più alle soluzioni date con i medesimi criteri e dagli stessi soggetti che prima hanno creato i problemi e che adesso vorrebbero risolverli.” La qual cosa mi rende certo – ed io per principio non sono certo di nulla – che Bartoli, qualsiasi progetto abbia in mente, non s’imbarcherà senz’altro in avventure estemporanee con Bartolomei. Questo principalmente perché se, come lo stesso Bartolomei gli riconosce, egli ha sinceri “pensieri per le necessità, i bisogni e le aspettative della Città e dei nostri concittadini” da uomo attento e intelligente qual è saprà benissimo che l’unico modo sicuro per non rispondere a quei bisogni è ascoltare o dar corso a iniziative proposte da Bartolomei & C.
u.s.
Nell’illustrazione: "Il Selvaggio", Mino Maccari, Chi non porta anello al dito alle cariche sia bandito