Signor Sindaco,
“non tutti i mali vengono per nuocere”. Almeno un tempo si diceva così.
Mi rendo perfettamente conto che quanto sta accadendo nella “sua” sinistra avrà strascichi pesanti e produrrà, internamente, inevitabili effetti destabilizzanti, epperò potrebbe rappresentare per Lei l’occasione (rara) per rimettere ordine, sia sul piano dell’etica che su quello amministrativo, interrompendo un certo malcostume, che, occhi più attenti, forse da decenni, avrebbero potuto cogliere e che oggi è oggetto delle attenzioni della magistratura, della stampa, dei cittadini. (Premendomi altre considerazioni non mi curerò qui di trattare di fatti specifici, persone, contenuti di intercettazioni...)
La magistratura in questo Le sta dando una mano. Voglio sperare che qualche sconsiderata, iperbolica, presa di posizione (ancorché giustificata) di qualche oppositore, abitudinariamente incline al protagonismo mediatico, non “induca” gli inquirenti a interrompere anzitempo il loro delicatissimo lavoro, tagliando i fili di una rete di malaffare che sembra emergere dall’indagine in corso e che, probabilmente, diviene ogni giorno più vasta e “perniciosa”. Sono fili che comunque, prima o poi, verranno certamente recisi per non costruire un quadro di indagine talmente vasto da risultare ingestibile (in specie qualora i “profili” dovessero diventare politici), e al contempo finire per “annacquare” le singole posizioni in una sempre più vasta platea di interpreti, comprimari, controfigure.
La città, infatti, si aspetta da Lei che, per quanto riguarda il Comune, si faccia chiarezza, e non solo sui fatti recenti. Vi sono infatti “operazioni” e “provvedimenti” sui quali, in questa nuova situazione, occorrerebbe disporsi almeno a un momento di riflessione (corale), soprattutto oggi che le casse del Comune sono vuote, del patrimonio rimane ben poca cosa e i cittadini non possono essere “spremuti” più di quanto già si sta facendo.
Mi domando, e non lo faccio retoricamente, mi creda, se quanto oggi è in corso di accertamento da parte dei magistrati non sia in fondo che la parte emergente dell’iceberg, il quale notoriamente per grandissima porzione resta nascosto. E mi domando, ancora, quante “operazioni” potrebbero essere state fatte in danno dell’Ente, ad esclusivo beneficio di pochi. Oppure quante di codeste “operazioni”, diversamente condotte, avrebbero arricchito il nostro Comune aumentandone un patrimonio (oggi disponibile), invece, forse, delle tasche di qualche notabile. Un esempio? Alla fine degli anni ’80 il Comune era pronto ad acquistare un intero complesso immobiliare: tutto, annessi e connessi, per 420 milioni di lire. Pochi anni dopo con gli stessi denari ha acquisito diritti solo su una piccola e poco rilevante porzione di quel bene. Tutto regolare? Un altro esempio? Perché non fu interpellato il consiglio comunale sui destini del palazzo Ex Combattenti? Ma quante altre “operazioni”, anche urbanistiche, potrebbero essere state usate per arricchire “alcuni” e impoverire altri? E le alienazioni degli ultimi anni? Sì, forse siamo di fronte a un’altra “Storia infinita”: irraccontabile! Pur tuttavia mi domando: nel qual caso, sarebbe tutto caduto in prescrizione? ( Va da sé che il giudizio e la sanzione politica non si prescrivono mai). Oppure l’Ente, qualora si riscontrassero oggi irregolarità, attraverso la Magistratura contabile potrebbe rivalersi per danno erariale? Andando magari a riprendersi il maltolto nelle tasche dov’è finito? Opzione certo “benefica” per il bilancio comunale e di conseguenza utilissima per quanti non hanno di che pagare l’IMU su una casa costata anni di sacrifici, la tassa dei rifiuti, la bolletta dell’Enel…
Del resto abbiamo visto che nelle “casse” della Comunità Montana è stata aperta una vera e propria voragine. L’idea di una “eterna”impunità può certo aver giocato brutti scherzi. Mi domando però se altrettanta o più vasta voragine non sia stata aperta anche nelle casse del nostro Comune, magari in modo più raffinato e impercettibile, secondo il concetto per cui la goccia scava la pietra.
Rappresenterebbe ciò, senz’altro, la messa in stato di accusa, di una intera classe dirigente che per oltre sessant’anni ha fatto nel Comune, nella Provincia, nella Regione, il bello e il cattivo tempo (più il cattivo, direi!). Ma certo consentirebbe di motivare, di rendere chiari a tutti certi inspiegabili arricchimenti, “blindando” al contempo il futuro politico e rendendo più ampia e radicata l’area del consenso personale di chi si rendesse capace di tale impresa, dato che oggi l’elettorato ha letteralmente fame di pulizia e rigore morale.
Ora, Signor Sindaco, io non so cosa Lei potrà o vorrà fare, quali vie deciderà di intraprendere, quale peso certi personaggi possano ancora esercitare. Consideri però, come ho già sostenuto, che Lei oggi, intraprendendo un’accurata e impietosa opera di pulizia, potrebbe giovarsi di un grande consenso, a cominciare da quello che potrebbe venirle dalle Case del popolo. Forse, se decide di mettervi mano, anche la simpatia di qualche oppositore che proprio non ne può più di quest’aria irrespirabile.
Distinti saluti,
Umberto Semplici
Immagine: Giuseppe Maria Mitelli, […] Chi non vuol vedere, acquaforte.
* Proverbi Toscani Raccolti e Illustrati da Giuseppe Giusti, ampliati e pubblicati da Gino Capponi, Firenze, 1873, p. 316.