La
Giorgia voleva le primarie e non voleva il Berlusconi. Risultato di cotanti
affanni: non ha avuto le primarie, se n’è andata, le tocca in dote La Russa e
deve tenersi il Berlusconi: anzi gli deve fare anche la campagna elettorale (’sti caz…). Non solo, ora abbiamo pure i “Fratelli d’Italia”, che invece di
ricostruire (anche ex novo) una seria formazione politica di Destra, necessaria
non solo per interpretare sentimenti e tentare di conseguire obiettivi politici
cari a molti italiani, ma anche per riaggregare un’area elettorale oggi allo
sbando, come ci racconta la ragazza, par nascere con l’intendimento di «creare qualcosa di simile a quel che avre[bbero] voluto
fosse il Pdl, ma non è stato»[i],
ma pure con l’assicurazione che «[sono] di centrodestra. Ancorati ai valori del Ppe
». Insomma, citando Clint Eastwood (me’ cojoni!), ha rinunziato a “garanzie da
tostapane” – dice Lei –, mostrando grande coraggio ed “encomiabile” sprezzo
della poltrona.
Epperò
sembra dimenticare che il Pdl era stato estemporaneamente voluto, dall’alto di
un predellino d’automobile, per raggruppare, in un Partito unico, tutte le
forze politiche del cosiddetto Centro-Destra italiano[ii].
Un tentativo di “aggregazione” che lei, oggi, con un moto di opposta finalità, incontestabilmente
centrifugo, dichiara contraddittoriamente di voler continuare a perseguire.
Prende poi le distanze da AN, che dice di non aver intenzione di ricostruire,
dimenticando, pare, che nel progetto politico di quel Partito vi era proprio la
volontà di mettere assieme, attraverso la condivisione di un fine comune,
persone con storie e percorsi politici differenti.
Così, a
farla breve, sembra proprio di intravedere nell’operazione della ragazza
l’astuta regia del “vecchio seduttore”, del marpione matricolato che nulla o
quasi intende di politica, ma che si mostra abilissimo nell’arte
dell’intrallazzo: la giovane riporterà all’ovile molte pecorelle smarrite ed
anche duramente contestatrici del “satiro”, secondo un antichissimo, collaudato
ed efficace copione. Al discutibile personaggio poco importa che molti lo
ritengano assolutamente inadeguato e dannoso né che si finisca tutti nel
baratro, a lui basta che lo votino, a lui occorre concludere la propria
carriera “tragicamente”, fra lazzi e fischi, nella più totale irrisione. “Sciagurati d’Italia” lo doveva chiamare il
suo partiticchio, da sottocoda del Ppe. Roba da far rizzare i pochi capelli
rimasti. Come quella, perdonerete, di offrir subito, in prima battuta, la
candidatura ai due Marò “sfortunati”. (Bisognava ma andare a riprenderli con le
forze speciali!) Se proprio proprio si vuol continuare a far regali a chi
compie – pagato per farlo – il proprio dovere, si poteva proporre la solita
medaglia, o magari aumentar loro il grado, oppure, che so, addirittura, tanto
per fare incazzare Vendola e suoi, proporli paradossalmente come“istruttori di
tiro”… Ma che cazzo c’entra la candidatura!? E meno male che ha dichiarato che
«Meritocrazia, onestà, trasparenza,
partecipazione [sono i loro] punti di riferimento». Insomma, come si
vede la Destra italiana è e resta allo sbando, anzi la situazione si aggrava
ulteriormente, dato che ogni formazione politica balorda che si crea aumenta
sensibilmente la confusione del quadro generale e rende assai più difficile, se
non impossibile, la creazione di qualcosa di serio, o, qualora, la sua
riconoscibilità.
A far
fuori la Destra italiana non c’era riuscita la guerra civile né l’ostracismo
totale, persecutorio, degli anni ’70 e ’80, occorreva l’azione dell’innominabile
e delle sue inconsistenti controfigure, oramai solo risibili ciliegine sulla
torta del Berlusconi (o di Monti). Vale proprio anche qui il detto: “o Franza o Spagna purché se magna”.
Purtroppo nel ceto medio e nell’elettorato di
riferimento dei partiti di Centro e di Destra il timore che l’elezioni siano
vinte dalla coppia Bersani/Vendola indurrà molti a votare Berlusconi. Questa
consapevolezza generale ha attivato, assieme ad indebite ingerenze esterne (chi
fa “l’interesse” altrui non può fare il nostro), “l’operazione Monti”, che sembra
proprio costruita per dividere quell’elettorato e favorire il Pd, anche se pare
non sia stato ben considerato – uomo del Monte
& C. – che, svuota un po’ a
destra, risucchia un po’ da Sinistra, c’è da vedere la riesumazione di una
“bella”, cinquantennale Democrazia cristiana, a tutela delle Banche straniere e
nostrali (Fondazioni comprese), in barba all’interesse vero della nostra
Comunità nazionale. È da
vedersi infatti che fra quelli che non vanno a votare, quelli che la lasciano
bianca o la sciupano col turpiloquio, chi vota Grillo, chi Maroni, chi Monti,
chi Berlusconi o Bersani, tutti rappresenteranno qualcosa in mediocrissima
parte, e tale, la parte (impotente per il risibile consenso, nuovamente “
irresponsabile”, magari in una riedizione dell’ultima ammucchiata e di nuovo
preda dei soliti impostori), sarà tirata di qua e di là ad assecondare
interessi che poco o nulla avranno a che vedere con i nostri. Ci manca solo che
eleggano Benigni Presidente della Repubblica e, nella più generale, stupita
felicità, il gioco sarà fatto! Che dire?!
Siamo oramai, purtroppo, diventati merce da “souq” arabo o giù di lì.
u.s.
[i] Dall’intervista di Carmelo
Lopapa (La Repubblica ) «Troppi zig zag del Pdl sul Professore ma
allearsi è d'obbligo perché ha più voti» http://www.giorgiameloni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=48:troppi-zig-zag-del-pdl-sul-professore-ma-allearsi-e-d-obbligo-perche-ha-piu-voti&catid=7:notizie&Itemid=128
[ii] Poco importa se
raffinati politologi (Gasparri…) già da tempo, alla zitta – più o meno – lavorassero
al progetto della grande rimpatriata col “merendero”.