Dopo
aver preso in “giro” 608.680 elettori
toscani, che alle ultime “Regionali” l’avevano votata come alternativa alla
sinistra, optando per la Camera dei deputati dove notoriamente si lavora di
meno (rispetto al capogruppo dell’opposizione in Consiglio regionale) ma si
guadagna di più; dopo aver svolto ben due mandati in veste di sindaco, ed essersi
dimostrata incapace di presentare le liste del Pdl per le comunali del 2011, la
signora Monica Faenzi è stata scelta come capolista Pdl alla Camera per le
prossime Politiche di febbraio. Questo è il Pdl. Così funziona il Pdl.
A
questo punto non resterebbe che chiudere laconicamente il discorso dicendo: ubi maior minor cessat, nel senso che
ciò che viene dietro, viene dietro perché è qualitativamente inferiore… Forse
non sarà così. Ma di certo così appare, del resto a “fare” la musica è sempre
il direttore!
Hanno
un bel dire che le liste presentate dimostrano un evidente rinnovamento
generazionale. Nemmeno fossero state reintrodotte le preferenze! Oramai lo
sanno tutti che le liste sono bloccate, che non si vota la persona e che i
seggi vengono attribuiti secondo l’ordine di lista. Così è che ci troviamo di
fronte alla solita cortina fumogena, per non dire “supercazzola prematurata…” con tutto quel che ne segue. E dentro il
calderone, posso assicurarvi, tanti nomi, tante storie, storielle,… Certo, si
dirà, l’ambizione è legittima. È
vero, più che legittima “assai”, ma, come sosteneva una vecchietta di mia
conoscenza, “a l'usèl
ingurt ghe s'ciopa ul gòss” (all'uccello ingordo scoppia il gozzo). Tanto
che ci sarà anche un qualche giovane che, armato di “genuino” spirito
riformatore, paladino, magari, a suo dire, del “sociale” bla bla bla, si è
ritrovato (certo per purissimo “spirito di servizio”e per le “idee” e i “valori”),
al servizio, appunto, del cav. Berlusconi, esimo – che più non si può – nella
schiera dei morituri, a sostenere, appunto – come volevasi dimostrare –, in
“assoluta coerenza” gli interessi del liberismo spregiudicato. Oppure, per
contrasto, certe ascese miracolose, da organizzarci pellegrinaggi, che si
apprendono attraverso la sorpresa manifestata dalla “Nazione”, la quale
scorrendo l’elenco maliziosamente, ma molto correttamente, giunta al n. 6 – lì siamo
ancora fra i cosiddetti “papabili”–, si interroga: “…Simonetta Losi. Chi è? Consigliere comunale Pdl a Sarteano,
provincia di Siena, testimone nel processo Ruby, e pronta a votare Renzi alle primarie
Pd: ma glielo impedirono. Non basta: è moglie di Danilo Mariani, pianista che
suonava per Berlusconi, ad Arcore. Pianista bravo al punto che, il Cavaliere,
per aiutarlo in un momento di difficoltà, gli comprò, per
200 mila euro, la casa di Sarteano”. (cfr.: http://www.lanazione.it/politica/2013/01/22/833950-ecco-tutti-i-nomi-dei-candidati-toscani-a-camera-e-senato.shtml ).
E
allora, per molti, grande scorno, ma certo assai poco in confronto all’elettorato,
cornuto e mazziato, che dovrà poi pagare anche certi stipendi. Ma
questo è il Pdl! Così, i soliti furbacchioni, giocando sull’illusione/
aspirazione/ ambizione (che dopo tutto tengo anche famiglia!), hanno colpito
ancora, carpendo a parecchi una firma sotto una candidatura infelice. Una
sottoscrizione che certo, se – i malcapitati – avessero saputo per dove
(intendo il numero d’ordine e chi stava più avanti), è col c. che il “furiere”
di turno avrebbe avuto una lista da compilare. Che dire! Ragion di stato!
Una
“ragione di stato” – si fa per dire –, dietro la quale nascondere la malafede che
ha indotto a collocare nell’elenco, appunto, in posizione assolutamente
“improbabile”, persone di indiscussa competenza professionale ed acclarato
spessore politico come Gaia Checcucci o ha clamorosamente e incomprensibilmente
(dato che la fola dei tre mandati non sta in piedi, perché o vale per tutti o
per nessuno) epurato un politico di valore come Riccardo Migliori – al quale
peraltro esprimo tutta la mia più sincera simpatia –.
Schiaffi
quindi, e sberleffi, e irrisione della serietà di quanti “amici amici” proprio
non sembrano, a tutto vantaggio di certi “inconsistenti” ma affidabili. Dei
nulla che null’altro potranno pretendere che l’osso gettato dal padrone, e magari
guaiscono di gioia anche per le pedate. Il che, ovviamente, vale se moltiplicato
sensibilmente, per il povero elettorato, ignaro strumento delle porcellum ragioni.
Ma,
continuando sulla via amara e a un tempo scherzosa del divertissement (ci sarebbe invece da piangere), non si mancherà di citare quell’ottavo posto al Senato, tra color che son sospesi (ma sospesi,
sospesi, sospesi), al “campione” nostrale Alberto Lapenna, meritevole, dopo la
disfatta alle comunali di Montecatini e l’eterea azione politica, di tanto
premio, unitamente – immagino – alla scontata raccomandazione: – e ora “ragazzi” – come direbbe il
Bersani di Crozza – dovete correre. Ma
correre, correre!
Così è
che, come volevasi dimostrare, i soliti furbacchioni, complice la dabbenaggine
popolare che, per la “guerra di religione”, induce alla coprofagia, si sono
sistemati, bel belli per l’eterno ritorno, blindati, cioè in posizione sicura,
approfittando, come la mosca cocchiera, del trainante caval[liere].
A quanti un paio di mesi
fa assicuravano che non sarebbero andati a votare o, in alternativa, avrebbero
annullato la scheda, ovvero optato per Grillo, e che oggi invece sostengono la
necessità di un “nuovo” Berlusconi, non resta che suggerire, se proprio proprio
non possono farne a meno, di tenerselo comunque votando per uno degli altri
partiti della coalizione. C’è da scegliere! Fra questi, almeno la Giorgia
Meloni ha avuto il coraggio, assieme a molti che non ne potevano più di certi miasmi
mefitici, di sbattere la porta. In sordina, ma l’ha sbattuta.
u.s.
Nelle immagini: James Ensor, “Gli scheletri”
Il “Porcellum”,
è la legge n. 270 del 21 dicembre 2005, che ha modificato il
sistema elettorale ad opera principalmente dall'allora Ministro per le Riforme Roberto
Calderoli, che successivamente, definì «una porcata» Cfr. http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/politica/versoelezioni38/caldporcata/caldporcata.html. Proprio per questo venne denominata “porcellum”
dal politologo Giovanni Sartori.