mercoledì 9 maggio 2012

Embè!




Bartolomeo ingegnoso, d’una trave fece un fuso[1]
Brutti tempi! C’è chi per suicidarsi usa un revolver, chi, invece – più d’uno –, preferisce la politica. Ma non infierirò, sarò delicato, non vorrei che il quasi cadavere, in un residuale impeto megalomane, approfittasse per darmi del Maramaldo, per immaginarsi nei nobili panni, assolutamente inappropriati, del Ferrucci.
Dopo aver letto il proclama che da sabato scorso “scorrazzava” su e giù per la rete, tutti trepidanti aspettavamo:
Quando, 2 anni fa, lasciammo tutti i nostri incarichi e ci mettemmo in cammino lungo strade nuove tutte da costruire molti ci considerarono pazzi, molti ci abbandonarono, molti ci chiesero perché? Lunedì sera questi amici avranno le risposte e improvvisamente tutto diventerà loro chiaro. 

Il tono, vagamente profetico, intriso di una visionarietà “messianica” – quasi –, lasciava intravedere il consumarsi dell’evento nel mentre i barbagli dell’aura anticipavano all’attonita folla lo “Stupor mundi” – novello – in ascesa. 

Embè! – Ha esclamato uno del pubblico in Sala Maggiore, all’apparire dei primi risultati. – Da Alessio mi aspettavo di più!
Anche lui, s’aspettava di più! – Ha soggiunto un altro, mentre i sodali “terzopolisti” molto discretamente si eclissavano.

Ma il nostro fine politologo, ora racconta, tramite i giornali, che no, non aveva considerato il Movimento 5 stelle, sennò il voto di protesta sarebbe andato maggiormente a lui, e poi continua a fingere un mondo che non c’è, raccontando alla gente altre amenità. “Robe” neppure da teatrino di parrocchia!
Continua, continua pure a credere che il mondo sia quello che a te piace immaginare. La realtà è tutt’altra cosa e per tentare di incidervi in qualche modo occorre prima farsene un’idea, il più aderente possibile. Altrimenti la letteratura, certe cliniche e molte barzellette son piene di gente che immagina beatamente di essere il “personaggio” che non è in un mondo che non c’è.
Ma ora, caro Alessio, cerca di non immaginarti subito nei panni dell’ hidalgo Quijote, non ti montare la testa, forse un po’ Sancho..., dopo qualche tentativo… No, rasserenati, non andrò oltre. In verità non ti saresti meritato neppure queste cinque o sei righe! Qualcuno avrà certo da rimproverami per il tempo buttato.
Fin tanto che continuerà questa noiosa, spudorata mostra di sé, fin tanto che continuerà a prevalere la presunzione e il desiderio di pavoneggiarsi, il velleitarismo personale, gelosie e piccole, infime miserie, la gente continuerà a fuggire sdegnata, disgustata. Continueranno a vedersi, così, elezioni dove trionfa la sinistra, e vane listarelle personalistiche, una volta dopo l’altra, raccoglieranno cifre elettorali risibili. Così il rituale si ripeterà, certamente, e ci sarà ancora chi, prima che un indice si levi a chiedergli conto, incapace di assumersi le responsabilità che gli competono, come certi bimbetti viziati incolperà lestamente del proprio insuccesso ora questo o a quello. Ora, io credo fermamente che ciascuno debba assumersi le proprie responsabilità. La gente si aspetta un minimo si serietà – almeno –. Il resto è un’offesa all’intelligenza e “una presa di giro” per la Comunità che a buon diritto si aspetta altre cose. Certamente più serie.
La gente, infatti, come sto sostenendo da tempo in queste paginette, non ne può più. È delusa, amareggiata, ha perduto ogni fiducia nella Politica. Così preferisce non perdere il proprio tempo nel reiterare l’inutile rito di un inutile voto. Perché? Per chi? Per cosa? Si domanda.
La risposta è chiara a tutti: molti non sono andati a votare e molti di quelli che ci sono andati hanno votato per Grillo (certo non intendevano votare per te ed hanno invece sbagliato). Un altro inutile voto, ma forse un modo per rendere più evidente il proprio disagio, dicendo: “buttiamola in chiasso!”
u.s.
Immagine:
Diego Velázquez, Il Conte Duca di Olivares, 1624, Olio su tela, San Paolo, Museu de Arte



[1]  Proverbi Toscani Raccolti e Illustrati da Giuseppe Giusti, ampliati e pubblicati da Gino Capponi, Firenze, 1873, p. 422.