lunedì 19 novembre 2012

Tarantella (lettera ad un giovane uomo Politico)


Caro Alessandro,
ho letto la tua intervista sul Corriere fiorentino (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151139641251935&set=pb.48162236934.-2207520000.1353258124&type=3&theater). Che dire! Come non essere d’accordo!?
Rammento una cena elettorale, su a Spedaletto – c’era ancora Prodi al governo, ti ricordi? L’On. Migliori rassicurò i presenti: “Saremo presto chiamati a governare questo Paese per i prossimi cinquant’anni!”  – Tuonò enfaticamente d’un fiato solo –. Bella figura! Per un motivo o per l’altro non sono stati in grado di starci nemmeno cinque anni! Neppure con una maggioranza schiacciante, bulgara addirittura. I “nostri amici” poi, – si fa per dire! – si sono dimostrati capaci, in una “botta” sola, di disfare un Partito (sui cui beni si dirà a parte) e portarci, dietro una regia da avanspettacolo, a questa catastrofe, degna solo di “comandanti” alla Schettino. Hanno voglia a incolpare la crisi internazionale! E adesso, sulla falsariga di un logoro copione per saltimbanchi e imbonitori ambulanti, da teatrino di campagna, immaginandosi innanzi ad un pubblico di villici beoti, intenderebbero propinarci per l’ennesima volta le solite “polpette” riscaldate. Nulla, mio caro, hanno imparato dall’ultima “tronata”  elettorale (6 e 7 maggio scorsi), né dalle elezioni siciliane, che anche un pargolo sarebbe in grado di definire “leggero” antipasto.
Che Matteoli decida o meno di allearsi con Alfano “un ce può fregà de meno!”, né di lui né di altri come lui. Di tutto il mazzo! Tutti nominati che rappresentano oramai solo se stessi e dei quali ogni atto è “usurpazione”di ruolo, occupazione arbitraria delle Istituzioni rispetto a ciò che dovrebbe essere “effettiva rappresentanza”. Né più né meno della ditta Monti & C. Ma il giochetto pare continuarsi secondo la solita scaletta: ora ecco Montezemolo – un altro salvatore della Patria – “scendere in campo” e costruirsi verticisticamente un nuovo ectoplasma di partito che niente ha a che fare col mondo reale, nel senso che non è la “materializzazione” delle esigenze, delle aspirazioni, dei bisogni reali della comunità! Sostiene Monti? Vuole rifare un calderone sul modello della vecchia DC col consenso cieco della maggioranza dei benpensanti? Chissà! Certamente non hanno capito che la misura è ormai colma.
Ma torniamo ai “nostri” campioni, ai “nostri” apprendisti stregoni alle prese con problemi mille volte più grandi di loro. Nessun pudore! Nessuna percezione di sé che possa avvicinarsi meno di un miglio all’effettiva consistenza (inconsistenza sarebbe assai meglio). Vorrebbero sfrontatamente che la serie miracolosa che li ha portati ad occupare, ad usurpare ruoli mille volte più grandi delle loro possibilità continuasse all’infinito, anzi usque ad finem et ultra.
Così, invece di farsi da parte, come serietà e rispetto dell’elettorato, come pudore e vergogna chiederebbero di fronte a un tanto evidente, clamoroso fallimento, hanno la sfrontatezza di ripresentarsi, magari cambiandosi nome e vestito, con una semplice operazione di maquillage, quasi che, senza una pulizia in profondo, la gente non fosse capace di riconoscerti, dal frazio.
Certo, ripulire importa inevitabilmente che tutti costoro se ne tornino a casa. La situazione nazionale è oramai giunta, infatti, ad un livello di degrado morale e politico che a certi “signori” non resterebbe che farsi da parte. La gente, tutta la nostra comunità nazionale, è schifata, disgustata, ed a ben poco servirà che in molti accampino distinguo, prendano le distanze o si “proclamino” senza macchia. Il giudizio, è fatale, in momenti come questo si dà all’ingrosso. Tutta una classe politica – a torto o a ragione – è irrimediabilmente compromessa, senza appello. “Fioriti” o sfioriti che siano, ladri conclamati e mammolette tenere tenere. Inquisiti, condannati, innocenti!
Si sognava di cambiare il mondo in meglio, si immaginava di essere usciti definitivamente dai “malanni” della partitocrazia, dalle ruberie, dalle concussioni di tangentopoli, caro Alessandro, e ci siamo trovati in squadra (pro tempore) anche col peggio del peggio.
Come sai bene per me essere di Destra significa riconoscere e tenere fermi, ben saldi dei riferimenti precisi, a paletti inamovibili, a valori, primo fra tutti l’onestà, e poi la correttezza, il rispetto della cosa pubblica da sempre considerata, al pari del bene comune, al primo posto fra gli obiettivi dell’azione politica. A ciò mi sono educato, immaginavo assieme ad altri, che oggi, invece, scopro principalmente preoccupati a realizzare il proprio di bene attraverso in una “militanza” politicante verticistica – incurante della comunità – e considerata specie di sinecura per se stessi ed i propri congiunti, per sé e, spesso, i propri “compagni di merende”, “finalmente”, a prescindere dal “colore”, tutti in guazzo dentro una festosa piscina di champagne in cui si celebra l’apoteosi degli “ex”. Sono infatti, al centro come in periferia – è sotto gli occhi di tutti –,  lì abbracciati, indaffarati: “fascisti”, “socialisti”, “repubblicani” (duri e puri e maneggioni), “comunisti” e  “democristiani” ovviamente in ragione di quell’ ”ex” che, solo, consente. Concentrati, mentre tutto all’intorno va in “vacca”, nelle proprie quotidiane bagattelle, piccole o grandi che siano. Fieramente “impavidi” fra le rovine di una società nazionale che sta andando alla malora, in frantumi, anche grazie al loro fallimento.
Così, mio caro giovane amico, i “nostri ex” campioni , a dispetto – quasi sempre – dell’ intrinseco merito (inconsistente ) cento volte miracolati, con un appetito degno dell’insaziabile Erisittone si sono preoccupati quasi esclusivamente dei propri affarucci di bottega, promuovendo attorno a sé, prevalentemente, mediocri e pagliacci, nanetti e lacchè sempre pronti a far loro da tacito tappeto. Ce ne sono per tutti i gusti, per tutti i livelli istituzionali. Come ho detto si considerano eterni, lì destinati per dono divino. Non lo sono! Vanno mandati a casa. Ad ogni costo. Prima che per la nostra comunità nazionale sia troppo tardi (se già non lo è).
Fai quindi benissimo a contestare, anche duramente, questa inaccettabile anomalia, ad interpretare e dar voce ad un sentire comune, anche se ciò, inevitabilmente ti porterà in rotta di collisione magari anche con ex ministri, che da più di trent’anni siedono in Parlamento; anche se ciò ti alienerà definitivamente i “favori” – celiando – di un qualche coordinatore nazionale o accenderà ancora una volta gli strali isterici di una qualche stridula, untuosa bagascia… Rispondi spavaldamente, mio caro, rispondi facendo sì che anche altri sentano la tua voce. Vedrai che in molti si uniranno al coro.
Tuo,
u.s.

Immagine:
Jacques Callot, acquaforte